CONSERVATORIO DI MUSICA “G. VERDI”

Comune: Milano (MI) - Tema: Musica

Il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano è un’istituzione che incarna due secoli di storia musicale e formativa nella città meneghina. La sua nascita affonda le radici nel 1807, quando, con decreto reale firmato dal viceré Eugène de Beauharnais, la città allora capitale della Repubblica Cisalpina ne vide l’istituzione presso i chiostri dell’ex convento della chiesa di Santa Maria della Passione. L’inaugurazione avvenne il 3 settembre 1808, con la pubblicazione dei primi studi.

L’edificio si sviluppa su oltre 13.000 m² e sorge su uno dei chiostri originari del complesso della Passione. Nel corso degli anni, al suo interno, sono state attivate ampie funzioni: aule didattiche, sale da concerto, biblioteca, uffici e un prezioso nucleo di strumenti storici. Oggi, una delle punte di diamante del Conservatorio è la Sala Verdi (o Sala Grande): costruita sull’area del chiostro originario della chiesa, subì severi danni durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e fu ricostruita, inaugurata il 18 maggio 1958, su progetto dell’architetto Ferdinando Reggiori. Celebre per la sua acustica, considerata ancora oggi tra le migliori d’Europa, la sala ospita stagioni concertistiche di rilievo e testimonia come l’istituzione non abbia solo una dimensione formativa, ma agisca attivamente alla vita musicale cittadina.

Allo stesso tempo, come suggerisce il nome della suddetta sala, il Conservatorio possiede un legame storico con la vita del Maestro. Infatti, l’istituto è passato alla storia per non aver ammesso agli studi un allora giovane Giuseppe Verdi, nel giugno 1832. La commissione lo considerò troppo anziano (aveva 18 anni, e 14 è l’età massima per l’ammissione) e lo accusò, inoltre, di avere un’errata tecnica nella postura della mano. Come se non bastasse fu considerato anche straniero, poiché proveniente dal Ducato di Parma. In merito a ciò, in una sua lettera a Jacopo Caponi del 13 ottobre 1880, Verdi riferì le seguenti parole:

«Non è affatto nel 1833, ma nel 1832, nel mese di giugno (non aveva compiti diecinove anni) che io feci dimanda per iscritto allo scopo di essere ammesso come allievo a pagamento al Conservatorio di Milano. Inoltre io subii una specie di esame al Conservatorio presentando alcune mie composizioni e suonando un pezzo sul pianoforte dinanzi a Basily, Piantanida, Angeleri ed altri, fra i quali il vecchio Rolla, al quale ero raccomandato dal mio maestro di Busseto, Ferdinando Provesi. Circa otto giorni dopo io mi recai dal Rolla che mi disse: Non pensate più al Conservatorio: scegliete un maestro in città: io vi consiglio Lavigna o Negri. Io non seppi più nulla del Conservatorio. Nissuno rispose alla mia dimanda. Nissuno, nè prima né dopo l’esame mi parlò del regolamento. E io non so nulla del giudizio di Basily riportato Fétis. Ecco tutto!»

Nonostante l’esclusione l’istituto gli verrà intitolato nel gennaio 1901, nonostante Verdi avesse manifestato, pochi anni prima di morire, una ferma contrarietà ad un simile utilizzo del proprio nome.

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Il Conservatorio di Musica “G. Verdi”

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