Per capire un poco della passione per Giuseppe Verdi a Parma non possiamo non fare un salto nel passato e viaggiare fino al 1958, quando al bar-paninoteca “Grotta Mafalda”, poco distante dal Teatro Regio, un gruppo spontaneo di appassionati verdiani eleggeva questo luogo a sala conferenza per amabili discussioni sul Maestro e le sue opere, accompagnando il dibattito con le bontà culinarie del locale.
Il gruppo, guardato con curiosità dal resto dei parmigiani, crebbe, i membri si avvicendarono con il passare degli anni, così come le sedi, sempre più adatte alle attività musicofile che andavano via via aumentando.
Da anni ormai il gruppo è conosciuto come il “Club dei 27” numero dei membri attivi e numero delle opere attribuite a Giuseppe Verdi.
Ogni membro del club durante gli incontri si identifica e viene chiamato col nome di un’opera verdiana e dibatte con gli altri sulle opere in sè o sulle tante iniziative che il Club porta avanti per mantenere la lirica e Verdi un punto di interesse nella comunità parmigiana, anche attraverso una ritualità codificata e dal fascino risorgimentale.